Cien Nature’s Best Avocado: sono tornate le Limited Edition da Lidl?

C'è stato un periodo, forse ormai più di cinque anni fa, in cui da Lidl era tutto un fioccare di edizioni limitate dei prodotti Cien, anche della gamma Nature. C'era la Sensitive, le linee all'acido ialuronico, quella al Q10, all'avena Bio e alla Vitamina C, quella all'aloe e l'imperdibile con Latte d'Asina, e questo solo per citare le prime che mi vengono in mente, ma sono certe ve ne siano molte altre che nemmeno provai perché erano davvero numerose.
All'inizio era anche divertente: i volantini settimanali annunciavano l'arrivo delle collezioni e poi ci si doveva fiondare per accaparrarsi qualcosa prima che lo scaffale venisse letteralmente raso al suolo. 

Poi tutto questo è cambiato: le novità iniziavano a non apparire più sul flyer Lidl, ma soprattutto le uscite sono diventate via via più sporadiche, fino ad essere centellinate a randomiche comparse nella sezione delle offerte settimanali. Ultimamente le edizioni limitate Cien latitavano abbastanza, ma poi ho scovato un piccolo espositore con una vecchia linea, ovvero la Nature's Best.

Andiamo indietro a circa 4 anni fa quando apparve per la prima volta da Lidl, ed era declinata in quattro sottocategorie, in base agli ingredienti contenuti. C'erano Cocco, Mandorla, Macadamia e appunto Avocado, seguendo il concetto dei super food, ma di recente è tornata solo quest'ultima, ed ho i due prodotti corpo disponibili.
La Nature's Best di Cien è una linea vegana, con almeno il 90 % di ingredienti di origine naturale e che nonostante non sia certificata ecobio, ci prova a non fare male all'ambiente: i flaconi infatti sono di plastica 100% riciclata. Nel caso specifico della linea avocado, pare che questo olio sia stato spremuto a freddo per conservarne meglio le proprietà. 

Lo Shower Gel all'avocado è arricchito anche con olio di cocco e glicerina, e qui nello specifico abbiamo appunto il 90% di ingredienti naturali e si presenta come un gel fluido con questo aroma fresco, vagamente erboso ma non pungente, delicato. Avrei apprezzato se fosse stato un po' più persistente, ma sentirlo almeno al momento della doccia rende l'esperienza gradevole.

INFO BOX
🔎 Lidl
💸 €1.99
🏋 400 ml
🗺 Germania
⏳  12 Mesi
🔬 Vegan

Questa consistenza fluida diventa una bella schiuma avvolgente e morbida, che mi dà molta soddisfazione sia con le mie spugne tradizionali anche con le mie spazzole in silicone per la detersione del corpo (ormai sono diventate una collezione in pratica), e che resiste abbastanza durante la doccia. Ciononostante io l'ho trovato delicato sulla pelle, pur pulendo bene, e infatti si può usare tranquillamente tutti i giorni senza avere irritazioni, secchezza o prurito. 
Il doccia gel Cien Nature's Best è davvero emolliente sulla pelle, me la lascia elastica e liscia, ed ha quel tipico rapporto qualità-quantità-prezzo che lo rende perfetto da mettere in doccia e farlo usare un po' da tutta la famiglia, anche da persone con esigenze di pelle differenti.

Magari non è fra i prodotti più coccolosi che abbia mai utilizzato, e se avete la pelle particolarmente secca sentirete comunque la necessità di usare dopo una crema corpo, ma è più un prodotto pratico, economico, e appunto che non aggredisce la pelle. Inoltre si sciacqua molto facilmente, quindi rende il momento della doccia molto rapido. 

Nonostante ci stiamo avvicinando ad un periodo abbastanza caldo, ho comunque voluto provare il Burro Corpo Cien Nature's Best, ed ho fatto anche bene.

INFO BOX
🔎 Lidl
💸 €2.49
🏋 200 ml
🗺 Germania
⏳  12 Mesi
🔬 Vegan

In questo caso, oltre all'olio di avocado troviamo anche altri emollienti come olio di cocco e di soia, burro di cacao e di karité, oltre alla glicerina. In questo caso la percentuale di ingredienti naturali raggiunge il 96%, ed ha una consistenza davvero ottima: abbastanza soda, e quando si stende crea una leggera scia bianca che però svanisce rapidamente con il massaggio. Nonostante appunto questa consistenza burrosa, si assorbe su di me abbastanza bene, e non lascia residui untuosi o il corpo in generale appiccicoso. 

Il Burro Corpo Avocado ha la stessa profumazione fresca e abbastanza neutra del gel doccia Cien, ma in questo caso, pur non essendo particolarmente intensa e avvolgente, me la sento per qualche ora sulla pelle. 

Personalmente non ho una pelle così secca e screpolata, eppure mi sono trovato molto bene con questo prodotto perché ha appunto un potere idratante e nutriente ma non risulta pesante, mantenendo l'elasticità e la morbidezza fino alla doccia successiva, e rendendo più lisce quelle zone più ruvide, e questo mi fa capire che potrebbe piacere a molti tipi di pelle, ma potrebbe non accontentare a chi soffre davvero di pelle screpolata, o ha bisogno di una azione riparatrice più profonda. 

Con questo non voglio sminuire le qualità del Burro Corpo Cien Nature's Best, perché a me è piaciuto davvero tanto, e anche questo è un prodotto che è diventato parte della mia routine corpo senza troppi problemi, e che ho trovato perfetto proprio per tutti i giorni, però magari, se doveste trovarvelo davanti, è giusto che abbiate delle aspettative commisurate.
Piccola nota a margine: finalmente Cien si è decisa a mettere un piccolo tagliando di controllo che magari non sigilla il prodotto, ma sicuramente si nota se è stato aperto.

Mi sono un po' pentito di non aver dato una opportunità anche alle referenze capelli di questa linea Nature's Best, visto che l'olio di avocado è perfetto per in questo senso, ma spero che questo sia solo l'inizio e che Cien e Lidl si decidano di riprendere le uscite delle limited edition e magari ne migliori la distribuzione.
Voi l'avete trovata fra gli scaffali?




Scoop, Our Son e i film che ho visto in queste settimane

Dopo tutto questo ciarlare di serie tv, ho finalmente visto alcuni film fra marzo e aprile di cui vi vorrei dire le mie impressioni. Storie vere o verosimili, fra fatti di cronaca e parentesi domestiche. 


La verità secondo Maureen K. (2022)


Titolo originale: La Syndicaliste
Genere: thriller, drammatico

Durata: 122 minuti
Regia: Jean-Paul Salomé
Uscita in Italia:  21 settembre 2023 (Cinema) / Noleggio online
Paese di produzione: Francia, Germania

Una donna viene aggredita da un uomo mascherato, che la lega e la violenta, ma oltre ad un dei tantissimi casi che tristemente riempiono i giornali, c'è altro. Questa donna è infatti Maureen Kearney (interpretata da Isabelle Huppert), una sindacalista dal carattere volitivo, che sta difendendo i diritti di 50 mila lavoratori della multinazionale francese Areva che produce energia nucleare. Quando scoprirà infatti che la sua azienda non solo ha sostituito il presidente del consiglio di amministrazione, ma sta facendo accordi sotterranei con la Cina a discapito dei suoi opera, Maureen tenterà di smascherare la cosa. Da quel inizierà a subire delle ritorsioni ed intimidazioni, fino appunto alla violenza nella sua stessa casa. Ma c'è qualcosa che non quadra nelle sue dichiarazioni, al punto che la polizia che indaga sull'accaduto sembra non crederle, anzi inizieranno a sospettare sia stata lei stessa ad inscenare tutto.


La verità secondo Maureen K. è tratto da una storia vera anche relativamente recente e che nella sua versione cinematografica vuole unire il racconto biografico a quello di denuncia, per sfociare in una sorta di thriller che racconta uno dei lati oscuri del volto della finanza e degli affari. Peccato però che non riesca in nessuno di questi generi. 
Il centro di tutto è il personaggio di Isabelle Huppert, che come sempre si dimostra una attrice capace e versatile, ma sembra quasi che racconti le vicende di Maureen K. come se fosse una esterna, quasi con fare documentaristico, senza mai "sporcarsi". Questo alone luminoso e filtrato con cui la avvolgono non contribuisce poi a dare un senso di realismo alla storia, e anche la regia, la fotografia spesso troppo accesa, sembra quasi scollegata al fatto che si sta parlando di una storia vera dai risvolti abbia non propriamente allegri. 

La Syndicaliste non ha secondo me quel nervo, quel quid, che può renderlo distinguibile, anzi io non ho colto questa tensione, quella ambiguità che la protagonista dovrebbe trasmettere nel dubbio che appunto possa aver inscenato la sua aggressione, anche solo in modo involontario a seguito di un crollo psicologico. È però un film che ti porta alla fine e che ha appunto il merito di avermi raccontato una vicenda che non conoscevo, e che appunto pone l'attenzione alle difficoltà e alle disparità che le donne devono subire in campo lavorativo, e di quanto poi sia difficile ottenere giustizia quando si subiscono molestie o soprusi. Inoltre si guarda senza troppa fatica, al netto di qualche tempo morto e senza magari particolari approfondimenti collaterali.



Nostro Figlio (2023)


Titolo originale: Our Son
Genere: drammatico

Durata: 104 minuti
Regia: Bill Oliver
Uscita in Italia:  27 marzo 2024 (noleggio)
Paese di produzione: Stati Uniti D'America

Luke Evans e Billy Porter uniscono le loro forze in un film drammatico su una coppia gay che dopo 13 anni di matrimonio decide di divorziare, ma non è così semplice visto che i due protagonisti, Nicky e Gabriel, hanno avuto un bambino, Owen. Quella che può sembrare una semplice separazione, diventerà una lotta legale per ottenere l'affidamento del figlio, e questo porterà a scoprire tutte le crepe del rapporto fra i due uomini e far uscire l'egoismo e la sopraffazione da parte di entrambi. Ma dovranno confrontarsi e trovare un punto di incontro per il bene di Owen.

Questo tipo di storie credo siano importanti da diffondere perché, se per anni abbiamo visto le coppie eterosessuali da qualunque prospettiva, adesso possiamo conoscere altre realtà che sono già esistenti ovvero quelle delle famiglie omogenitoriali e di come queste vivano comunque delle problematiche simili alle relazioni fra uomo e donna. Dal punto di vista quindi puramente etico, valoriale e del messaggio che Our Son vuole trasmettere, appoggio completamente questo film, e già dal nome potete capire che alla fine si rivolge tutto proprio alla contesa del bambino, delle sue necessità e di come è meglio agire per garantirgli una solidità familiare, diventando così non una pellicola tema LGBTQ+, ma qualcosa che va oltre.
Mettendo però da parte le buone intenzioni di partenza, se dovessi giudicare il film solamente, allora non posso dare un voto particolarmente alto. Nostro figlio è infatti un film senza guizzi particolari, che scorre sicuramente bene, ma che lascia ben poco, anche perché ruota molto su una coppia improbabile, che in parte segue una strana regola eteronormativa e che soprattutto non offre molto.

Nicky (Evans) infatti è un editore di libri che sembra trascurare il figlio per dedicarsi al lavoro, mentre Gabriel (Porter) ha addirittura lasciato il suo lavoro per potersi dedicare esclusivamente alla cura del bambino e della casa. Una dinamica che può risultare familiare a molti, ma che, in fase di sviluppo, non sembra del tutto convincente. Il personaggio di Porter in particolare non sembra mosso da un vero e proprio intento genitoriale, ma più che altro dalla ricerca del riconoscimento altrui come miglior padre dell'anno. Quando, nei titoli di coda, ho avuto la conferma che Billy Porter fosse fra i produttori esecutivi, ho capito come mai il suo personaggio cercasse a tutti i costi di sembrare un martire, quando a me ha trasmesso egoismo, immaturità e modi subdoli. Anche la sua interpretazioni mi è sembrata molto al di sotto della media. 


Ne esce meglio secondo me Luke Evans che, seppur non avendo un personaggio particolarmente strutturato, riesce a raccontare le sfumature di Nicky, a renderlo fallace ma umano e disposto a crescere, e soprattutto, sebbene venga quasi presentato come il villain della favola, è quello che cerca di far funzionare le cose. Inoltre la sua recitazione è sempre abbastanza credibile.
Banale invece la caratterizzazione degli amici della coppia, già vista in decine di altre pellicole e produzioni, a me ha ricordato ad esempio la serie tv Uncoupled
Mi aspettavo qualcosa di più da Nostro Figlio, che non riesce fino in fondo a distinguersi da altri film.


Scoop (2024)


Genere: biografico, drammatico
Durata: 103 minuti
Regia: Philip Martin
Uscita in Italia: 5 Aprile 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Regno Unito

Ho atteso molto Scoop, soprattutto incuriosito dalle performance del cast, visto che anche in questo caso si torna a parlare di una storia vera, ed in particolare dello scandalo che si scatenò quando l'imprenditore Jeffrey Epstein venne arrestato a seguito di una denuncia per molestie sessuali da parte di una ragazza all'epoca dei fatti ancora minorenne. Al nome dell'imprenditore però sono subito stati associati altri personaggi di spicco, uomini e donne della politica, celebrità e persino il Principe Andrea di Inghilterra (Rufus Sewell). Scoop, che è tratto da un romanzo di Sam McAlister, vuole raccontare di come nacque e venne condotta proprio l'intervista che il principe rilasciò al programma della BBC Newsnight alla giornalista Emily Maitlis, e di come questa segnò il mondo della comunicazione, e il contraccolpo che subì la famiglia reale e la reputazione del principe.

Non ho dubbi a definire Scoop come uno dei film più godibili e di intrattenimento che ho visto in questo in questo ultimo periodo e in questo terzetto, perché hanno saputo raccontare un fatto di cronaca bilanciando la prospettiva interna, quindi della organizzazione della intervista, con quella esterna, appunto della intervista che conosciamo già.
È vero che le dinamiche da ufficio in cui la produttrice Sam McAlister (Billie Piper) viene criticata dai suoi colleghi, possono risultare un po' stereotipate, o comunque la parte meno coinvolgente e già vista di questo film Netflix. Ed è anche vero che mi è mancato ad esempio qualche dettaglio in più fra il coinvolgimento del principe Andrea con gli affari di Epstein, ma diciamo che sono problematiche marginali, probabilmente anche in parte volute per poter dare al film il giusto slancio e la tensione che dovrebbe avere (al contrario di La verità secondo Maureen K. senza andare troppo lontano).

Sono infatti i ritratti umani che emergono in questo film diretto da Philip Martin, e probabilmente hanno scelto degli interpreti particolarmente azzeccati. In realtà sono soprattutto i ruoli femminili ad essere in primo piano: la Sam McAlister di Billie Piper è una donna forte, istintiva che ha la capacità di riconoscere quale sia la notizia da scegliere e cavalcare, che possa raccogliere l'interesse dell'opinione pubblica, e che cerca un fragile equilibrio fra vita personale e carriera. La giornalista Emily Maitlis viene raccontata da Gillian Anderson come una donna appassionata al suo lavoro, ma allo stesso tempo fragile, che teme di fare un passo falso, cauta ma disposta a mettersi in gioco per la verità. Interessante anche una figura più collaterale, ovvero la segretaria del principe Amanda Thirsk (interpretata da Keeley Hawes) che nei confronti del reale ha un atteggiamento quasi materno.


Non aspettatevi però grandi approfondimenti da Scoop: tutto ruota intorno all'intervista e di conseguenza anche i personaggi sono funzionali alla narrazione. Come vi dicevo ad esempio il Principe Andrea è ben interpretato da Rufus Sewell, che letteralmente si spoglia del suo fascino per diventare un piacione troppo convinto della sua immunità, ma non ha particolare raggio di azione o dinamismo, né ci sono approfondimenti particolari su ciò che accade dopo la sua intervista.
Con un linguaggio semplice e senza puntare troppo agli eccessi e al macchiettistico, Scoop è un film sul legame dei media e del giornalismo con le istituzioni e la politica, e dell'importanza della comunicazione.
Forse c'è ancora speranza per Netflix di produrre qualcosa che valga la pena vedere. 



Ho creato una Skincare Routine con i Prodotti Coreani più famosi, vi dico la mia

Il mondo della cosmesi coreana è così ampia che nonostante io gli dedichi uno spazio regolarmente fra le mie recensioni, ci sono sempre nuovi prodotti da testare e che sembrano sulla carta perfetti per me. Per colmare qualche lacuna, ho creato una intera skin care routine viso con alcuni dei prodotti e dei marchi che maggiormente ho visto girare sul web e su cui si chiacchiera abbastanza sui social.


Moltissimi brand coreani declinano i loro cosmetici in un ottimo formato travel size, che spesso è conveniente perché sono delle taglie perfette non solo per capire se un prodotto ci può piacere o meno in termini di texture o profumo, ma per usarle anche più a lungo. In alcuni casi ho preso due minitaglie per essere certo che di avere una idea più precisa. 


BANILA CO Clean It Zero Cleansing Balm Original
Balsamo viso detergente 


INFO BOX
🔎 YesStyle (coupon PIER10YESTYL), Stylevana, Amazon
💸 €3
🏋 7ml
🗺 Made in Corea
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 //

Credo che Banila Co sia un brand coreano che abbia avuto il suo momento di successo proprio grazie a questo Cleasing balm. In realtà nasce come azienda di make-up e probabilmente di conseguenza hanno creato una skincare che fosse affine, quindi in primis struccanti. Questo balsamo detergente Banila Co ha appunto una consistenza burro-cerosa (loro la definiscono sorbetto perché in effetti è morbida) che si preleva facilmente e che si scioglie subito diventando più oleoso. Ad arricchirlo ci sono emollienti, ma anche estratti naturali come l'angelica, che lenisce, l'erba di salice e il roibos, entrambi antiossidanti e anti infiammatori. Ma Banila Co pone l'attenzione soprattutto all'estratto di acerola, ricco di vitamina C, e quello di papaya che ha un leggero effetto esfoliante.

Il Cleasing Balm Clean It Zero è davvero un burro struccante stupendo: si parte sicuramente con una consistenza facile da utilizzare, che sprigiona un odore delicato buonissimo, ma non troppo invadente e che si stende sul viso asciutto con facilità. Già subito si nota come scioglie via con estrema facilità qualunque prodotto io abbia sul viso, incluso make-up e protezione solare anche quelle più resistenti, e non bisogna assolutamente insistere per ottenere un bel risultato di pulizia.

Una volta che si inumidisce il prodotto questo diventa lattiginoso, e la cosa meravigliosa è che viene via facilmente, senza lasciare il viso unto, pesante o con patine. È tacito secondo me che comunque ci si aspetta che per una detersione completa uno prosegua con un detergente in gel, anche perché nella cosmesi coreana la doppia detersione è praticamente alla base, ma se avete una pelle delicata e non troppi prodotti sul viso, un unico step potrebbe essere sufficiente. 

Questo Cleansing Balm Banila Co non solo non brucia o appanna gli occhi, ma lascia la pelle anche morbida ed elastica, quindi non so cosa si possa volere di più da un detergente. L'azienda so che l'ha declinato in diversi formati e con attivi (e quindi effetti) differenti e mi piacerebbe provarli tutti. L'unico dubbio è il prezzo, anche se probabilmente si ammortizza con il tempo. 



CosRx Low pH Good Morning Gel Cleanser 
Detergente viso


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🔎 YesStyle (coupon PIER10YESTYL), Stylevana, Miin Cosmetics
💸 €8
🏋 50ml
🗺 Made in Corea
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 //

Ho provato un unico prodotto di Cosrx ma il loro detergente viso era nel mio mirino da tanto tempo e il suo nome già dice molto sulle sue funzioni. È infatti un cleanser più rivolto a pelli miste e con impurità, e questa sua azione deriva da ingredienti come l'olio di malaleuca (o Tea Tree), che si percepisce molto già dalla profumazione erbosa/agrumata, ma anche il salicilato di betaina, una miscela di acido salicilico e betaina, che esfolia e appunto agisce su punti neri e irregolarità, ma è più delicato (addirittura due volte) del BHA. In più COSRX ha aggiunto anche ingredienti umettanti e in generale condizionanti, 
Il Low pH Good Morning Gel Cleanser è un gel sodo, e basta poco prodotto per creare una bella schiumetta e fare una buona detersione.

Questo detergente viso Corsx supera la prova: è infatti molto gradevole e fresco, e dà un bellissimo senso di detersione al viso, lasciandolo liscio e morbido senza però renderlo troppo tirante e secco, o irritare. Ovviamente è pensato per pelli più miste, grasse e impure, per cui sarà perfetto per me quando saremo entrati nel pieno dell'estate piuttosto che il periodo che stiamo lasciando durante il quale la mia pelle è più secca, anche perché ha un potere astringente visibile.
Nonostante gli attivi pensati per contrastare le impurità, non va a pizzicare sugli occhi, e in generale si sciacqua facilmente. Inoltre il Good Morning Gel Cleanser, a dispetto del nome, è secondo me ideale anche per la sera e soprattutto nella doppia detersione, io infatti appunto l'ho associato al balm sopra. 
Sicuramente da ricomprare in full size. 


I'm from Rice Toner
Tonico Viso 


INFO BOX
🔎 YesStyle (coupon PIER10YESTYL), Stylevana
💸 €6
🏋 30ml
🗺 Made in Corea
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 Vegan

Erano anni che volevo provare il tonico viso di I'm From e finalmente che ho potuto mi rendo conto del perché del suo successo. È composto principalmente (al 77.78%) di estratto di riso Goa (o Goami) proveniente da Yeoju, in Corea del sud, ma è arricchito anche con lo 0.1% di estratto di crusca di riso, niacinamide, l'estratto lenitivo di portulaca, e quelli di amaranto e radice di Ulmus Davidiana ad effetto anti età ed antiossidante. Non ci sono profumazioni aggiunte e la consistenza è davvero liquida, sembra latte.


Ho trovato che il Rice Toner I'm From rispetta tutte le aspettative che avevo su di lui. È infatti un tonico viso estremamente lenitivo, addolcente, coccoloso, che subito dà una bella sensazione di comfort e morbidezza ed idratazione alla pelle, pur risultando estremamente leggero e di rapida assorbimento. Fa proprio quello che ci sia aspetta da un tonico, preparando la pelle al resto della skincare e non risulta appiccicoso o di disturbo per gli altri prodotti. Nel tempo dà proprio l'impressione di prendersi cura della barriera cutanea, rendendola più elastica e meno propensa ad infiammarsi. 
Io credo che il Rice Toner sia perfetto per qualunque tipo di pelle, da quelle normali/ miste, a quelle secche fino a quelle con acne che cercano un effetto sfiammante. Inoltre nonostante sia una minitaglia dura davvero tanto, quindi c'è secondo me anche un ottimo rapporto qualità prezzo.


Purito SEOUL Wonder Releaf Centella Serum 
Siero viso


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🔎 YesStyle (coupon PIER10YESTYL), Stylevana
💸 €5
🏋 15ml
🗺 Made in Corea
⏳ 12 Mesi/ Scadenza sulla confezione
🔬 //

Quando ho pensato a questa skincare tutta ispirata alla cosmesi coreana ho pensato di non esagerare con sieri, ampoule ed essence perché di questi prodotti ve ne parlo abitualmente e trovate mazzi di recensioni qui sul blog. Un prodotto che mi incuriosiva è questo Centella Serum di Purito, brand che conosco ma vorrei approfondire di più, perché ha sia attivi lenitivi come appunto tutti i vari estratti di centella asiatica, ma anche pantenolo e allantoina, quindi mi dà un senso di continuità rispetto al tonico. Ci sono però anche ingredienti molto interessanti e più ad ampio raggio. Troviamo la niacinamide, peptidi compattanti come ad esempio il Matryxil, acido ialuronico e ceramidi. 
Il Wonder Releaf Serum ha una consistenza che direi quasi gellosa, soda ma estremamente facile da distribuire sul viso, che ho trovato essere facile da far assorbire su di me e che soprattutto non crea pasticci. Anche in questo caso manca profumo o aroma.

Vi anticipo subito che una full size di questo siero viso Purito finirà prima o poi in qualche mio ordine perché è uno di quei prodotti a cui difficilmente si può trovare un difetto. Su di me è sicuramente idratante, ammorbidente, lascia la pelle soda ma elastica e dà quel senso di freschezza, benessere e dolcezza che promette. È inoltre uno di quei sieri che personalmente potrei apprezzare un po' tutto l'anno, sia in una routine piena di step e passaggi, sia per un regime semplice, con giusto magari tonico siero e protezione solare. Quindi credo che qualunque tipo di pelle potrebbe trovare bene con questo Wonder Releaf Centella Serum. I suoi limiti si potrebbero trovare ad esempio su pelli molto secche e segnate, dove da solo non sarebbe sufficiente a riportare il viso nelle migliori condizioni. Ma se amate i peptidi e su di voi rispondono bene e se in generale queste formulazioni vi piacciono, allora troverete un ottimo prodotto.

Purito di recente è stata criticata perché, nel seguire una nuova normativa coreana e parlare dell'aggiornamento della formula del prodotto, ha spiegato a quanto esattamente corrisponde la percentuale di centella asiatica pura in questo siero, e non il composto che contiene l'estratto di centella. Si è scoperto che non conteneva il 49% di centella, ma l'1.6% di attivo puro, mentre il resto sono sostanze che servono ad estrarre appunto l'ingrediente. Nella nuova formulazione invece sono arrivati al 3.49%. A me sembra un passo avanti e che Purito sia stata molto onesta, e quindi vedremo che cosa accadrà agli altri brand che dovranno adattarsi. 


MIZON Black Snail All In One Cream
Crema viso


INFO BOX
🔎 YesStyle (coupon PIER10YESTYL), Amazon
💸 €11
🏋 35ml
🗺 Made in Corea
⏳ 12 Mesi/ Scadenza sulla confezione
🔬 //

Dopo la buona esperienza con la Snail Repair Eye Cream di Mizon, ho pensato di dare una chance alla All in One Cream, ma non posso dire sia stato amore. L'INCI con oltre il 90% di bava di lumaca nera, che come saprete ha un effetto rigenerante per la pelle, e poi si prosegue con quello che definirei un vero e proprio pinzimonio di attivi. Mizon dice che dovrebbe contenere 20 specifici estratti che praticamente dovrebbero agire su più problematiche cutanee, ma di base un solo prodotto non può essere adatto a tutti e funzionare bene sia su rughe e su imperfezioni, per fare un esempio. 

Nella Black Snail All in One Cream si passa dalla niacinamide, agli oli vegetali, dalla centella ad un mix di peptidi, passando per pantenolo estratto di curcuma e pure polvere di carbone. 
Devo specificare che in particolare c'è un peptide che io desidero evitare che fa parte della famiglia degli Epidermal Growth Factor (EFG), che pare stimolino la proliferazione cellulare e quindi una pelle più sana. È una famiglia di ingredienti ritenuta controversa perché potrebbe far proliferare anche cellule non sane della nostra pelle e quindi essere controproducente. 

Di per sé sarebbe anche carina perché ha una consistenza in gel-crema molto facile da stendere che sin da subito su di me ha un tocco setoso e gradevole, e che sembra quasi ricordare un primer opacizzante. Inoltre non ha una profumazione particolare quindi non disturba. Appena stesa questa crema viso Mizon dà subito un senso di idratazione e si è comportata bene sia con la combinazione di altri prodotti (anche non di questa routine coreana) sia come base trucco ma nel corso delle ore mi rendo conto che non mantiene la stessa performance che ha in principio e sento la pelle un po' tirante. 

In generale poi, a parte questi benefici che vi ho raccontato, non mi pare che dia alla mia pelle qualche effetto straordinario, ma resta come una crema blandamente idratante. Mi chiedo inoltre a quanto corrispondano le percentuali di tutta questa lunga lista di attivi se già Mizon dichiara che è la bava di lumaca ad essere l'ingrediente maggiormente presente. Se su di voi le secrezioni delle chiocciole hanno avuto già benefici visibili in passato e cercate un prodotto che non abbia la tipica consistenza un po' vischiosa, allora potrebbe essere un promosso, per me invece non ne vale la pena.


Benton Fermentation Eye Cream
Crema Contorno Occhi


INFO BOX
🔎 Miin CosmeticsStylevana
💸 €5.50
🏋 10g
🗺 Made in Corea
⏳ 6 Mesi / Scadenza sulla confezione
🔬 //

Ho provato davvero pochissimo di Benton, anzi direi un solo prodotto di cui ho parlato qui, e quindi volevo espandere un po' la mia conoscenza del marchio a partire da questo contorno occhi che mi è piaciuto ma non riacquisterei. 
La Fermentation Eye Cream contiene appunto ingredienti fermentati che sono un po' un trend abbastanza recente del mondo della cosmesi, in particolare qui troviamo i galactomiceti fermentati, che sarebbero derivati del lieviti e che sembrano avere tantissimi benefici per la pelle idratanti, anti macchie, rimineralizzanti, antiossidanti e anti età in genere, e il lisato di fermento bifida, che pare rinforzi la barriera cutanea e ne corregga i danni dati dai raggi UV. Ma ci sono anche ingredienti più comuni come olio di macadamia, acido ialuronico, pantenolo, ceramidi e aloe. Il tutto per contrastare secchezza e appunto rughe sottili. 
Poi questa crema occhi Benton ha una consistenza davvero carina, soffice, che si stende bene e se c'è un aroma è davvero leggerissimo e gradevole.

Trovo che sia una crema contorno occhi leggera ma idratante e nutriente, che aiuta un po' a distendere la zona occhi, lasciandola morbida e liscia ma non unta o appiccicosa, anzi è un buon inizio per il trucco. Magari le pelli mature e secche devono associarlo ad un siero contorno occhi per ottenere i benefici che ricercano, e lo adopereranno più per il giorno che per la sera, quando magari, come ho fatto io, si preferisce un prodotto più "untuoso" meno elegante ma più nutriente. Il problema di questo contorno occhi Benton, e ammetto che magari mi sarei dovuto interrogare meglio prima, è che contiene un peptide chiamato Sh-Oligopeptide-1, ovvero un EFG che è si trova anche nella crema sopra.

Questa sostanza viene definita mitogenica (o mitogenètica) ovvero che stimola la proliferazione delle cellule e quindi ripara e rigenera la pelle. Ma pur non essendo mutogena, quindi in grado di cambiare la natura delle cellule,  cosa accade se questo peptide entra in contatto con cellule cancerogene di cui potremmo non essere a conoscenza? È un argomento ostico, ma diciamo che avendo molti nei preferisco evitare questo peptide.


Beauty of Joseon Relief Sun Rice + Probiotics SPF 50+ PA++++
Protezione solare viso


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🔎 YesStyle (coupon PIER10YESTYL), Stylevana
💸 €5
🏋 10ml
🗺 Made in Corea
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 Vegan

L'ultimo step di una routine completa non può che essere la protezione solare e nonostante conosca abbastanza ormai Beauty of Joseon non avevo ancora provato il loro famosissimo Relief Sun SPF50+. È uno dei solari più chiacchierati dello scorso anno e posso in parte capirne i motivi. È a base di filtri chimici ed ha un ampio spettro su raggi UVA e UVB, e pare che l'azienda abbia fatto un doppio test sui filtri sia in Spagna che in Corea del sud per essere certa di offrire un prodotto efficace. Ma è arricchito anche con niacinamide e il 30% di estratti del riso (sarà come la questione della centella sopra immagino) per dare un effetto lenitivo. Ad occuparsi invece della barriera cutanea ci pensano i probiotici, mentre il tocoferolo e l'estratto di ginseng apportano un effetto antiossidante.
Il Relief Sun Rice + Probiotics è piaciuto molto per la sua texture che è quella di una lozione leggera, molto facile e sottile da stendere, e che non crea scia bianca perché non contiene filtri fisici.

Non sento alcuna profumazione in questo solare viso, ed in generale l'ho trovato delicato anche sugli occhi. Posso capire come mai questo solare Beauty of Joseon abbia riscosso successo: è indubbiamente leggero sulla pelle, non si averte, non fa sudare e si sposa bene con qualunque tipo di skincare entra in contatto. Io ne ho volutamente preso due travel size per riuscire ad utilizzarlo nelle quantità necessarie e vedere come si sarebbe comportato su di me devo dire che purtroppo non ne amo il finish perché un po' troppo luminoso per il mio gusto.

Non è un aspetto che trovo particolarmente sgradevole o ingestibile, ma voglio e cerco un solare che sia valido per tutto l'anno e se questo tipo di finitura mi può tutto sommato andar bene durante la stagione fredda, quando arriva l'estate e la mia pelle diventa più mista, finisco per non apprezzarla più. Inoltre questo solare viso Beauty of Joseon mi ha ricordato un po' lo Hyaluronic Acid Watery Sun Gel di Isntree, perché se in prima battuta mi dà comfort, mi è sembrato di sentire che nel corso delle ore la mia pelle fosse un po' tirante, anche in combo con altri prodotti. 
Un nì, mi aspettavo meglio, ma tutto sommato l'ho utilizzato. Per dovere di cronaca specifico che è un SPF da città, non ha una particolare resistenza a sudore e acqua.


Quali sono i vostri brand coreani preferiti?




💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!

Finalmente Nuove Serie Tv: Promosse e rimandate!

Il ritorno delle uscite a cadenza settimanale delle serie tv hanno indubbiamente rallentato la visione di alcuni nuovi telefilm che sono terminati solo nelle ultime settimane. Ho tre novità di cui parlarvi, con qualcosa di promosso, una bocciata e una rimandata.


The New Look
Miniserie

Ormai le piattaforme streaming sono affollate di serie tv sulle vite degli stilisti più famosi, e dopo Cristóbal Balenciaga proposta da Disney, non potevo perdere The New Look, che è stata un po' la risposta di Apple Tv + e che si concentra sulla vita dello stilista Christian Dior, e del suo rapporto con i colleghi e rivali, in particolare Coco Chanel e di come questi si sono dovuti destreggiare per sopravvivere durante la seconda guerra mondiale
Dior e Chanel sono due spiriti diversi, e hanno due atteggiamenti in parte contrapposti, ma che in una sfera più privata si ritroveranno a volte anche simili, e soprattutto saranno entrambi gli emblemi di un senso più profondo della moda: non solo una questione di vezzo, magari per la classe più abbiente, ma una vera e propria leva di rinascita e sopravvivenza.

Se il Balenciaga di Disney+ rendeva il suo protagonista come uno dei narratori e commentatori della sua storia, lavorando attraverso flashback della sua vita e della sua carriera, puntando ad un ampio arco di racconto, The New Look non solo cambia prospettiva e quindi la figura centrale, che finirà per incontrarsi o scontrarsi con lo stesso Cristóbal e altri grandi nomi del haute couture, ma gioca su una maggiore linearità narrativa, muovendosi praticamente quasi in modo diretto ma in un periodo abbastanza circoscritto. L'incipit in realtà è la conferenza alla Sorbonne che Dior tenne nel 1955, un escamotage per iniziare a parlare della sua storia e appunto di come affrontò gli anni della guerra.
A The New Look devo sicuramente riconoscere lo sforzo produttivo che si è tradotto in un cast con nomi anche abbastanza di livello, come Juliette Binoche (Coco Chanel appunto), John Malkovich nei panni di Lucien Lelong, il sarto che aiutò Dior durante l'occupazione nazista, e una ritrovata e forse anche più intensa Maisie Williams nei panni della sorella di Dior, Catherine.


I big money di Apple si vedono anche in una bella messa in scena, in grado di spaziare dalle eleganti passerelle con gli abiti di Christian Dior, alle cupe strade di una Parigi bombardata e in guerra. 
Ma finiscono qui i complimenti che posso fare a The New Look, infatti è proprio lo sguardo, la prospettiva sui suoi personaggi che non funziona secondo me.
Dior infatti non trova, dal mio punto di vista, un buon interprete in Ben Mendelsohn, che forse nel tentativo di raccontare un Christian umano, dolce, a volte remissivo e sopraffatto dagli eventi soprattutto nella sfera privata, ce lo racconta come goffo, molle, con poco carisma, e anche il suo doppiatore non ha aiutato. Senza contare poi che dal 1943 al 1955, quindi in 12 anni di vita con una guerra in mezzo, il suo personaggio non ha un solo capello in meno.

È ben più grave però che, nel tentativo di fornirci due grandi icone così diverse ma così vicine, come Dior e Chanel, quest'ultima riesca a prendere il sopravvento non solo per il modo in cui Juliette Binoche riesce a raccontarne estro e momenti di ombra (non senza eccessi), ma anche per lo spazio sullo schermo che finisce per far diventare collaterale la storia di quello che doveva essere il protagonista. Non ne capisco l'intento, o meglio, per quanto possa essere affascinante il personaggio e la vita di Coco, non era meglio dedicarle un'altra serie tv? Dieci episodi possono sembrare molti, ma non lo sono in questo caso, o per lo meno sarebbero se si fossero concentrati meglio. 
The New Look non trova il suo focus, mette da parte la moda (ingannando chi invece magari potrebbe sperare di trovarcela) per una serie storiografica e biografica, che butta di mezzo tante storyline non sempre interessanti o con un buon ritmo. Mi è oscura la ragione delle troppe inquadrature tremolanti e dal basso.
Non c'è un rinnovo per una seconda stagione ufficialmente, ma si parla di far diventare The New Look come una sorta di serie antologica. Vedremo.



The Regime – Il Palazzo del Potere
Miniserie

Uno dei titoli più attesi della stagione seriale si è trasformato in una delle serie tv forse più interessanti (al netto di qualche inciampo) dell'ultimo periodo. Kate Winslet torna sul piccolo schermo dopo l'ottima Omicidio a Easttown e veste i panni aderentissimi di Elena Vernham, una cancelliera sovranista di un ipotetico stato dell'Europa centrale, piena di paranoie, egocentrismo, fisime, e dall'umore imprevedibile, che tenta a modo suo di governare uno stato al limite delle sue forze. Fra queste sue follie c'è anche quella di assoldare un ex caporale Herbert Zubak (Matthias Schoenaerts), che diventerà prima una sorta di guardia, che deve controllare che le percentuali dell'umidità del palazzo in cui vive la cancelliera non superi i limiti che lei ritiene dannosi (c'entrano la muffa e le patate) per i suoi polmoni, ma presto lo trasformerà persino in un suo consigliere e qualcosa di più. Ma quanto può durare un regno dittatoriale?

Con sei episodi disponibili su Sky e Now dal 4 Marzo all'8 aprile, The Regime è una dark comedy satirica che riesce a raccontare le contraddizioni, i lati grotteschi, assurdi e peggiori dei sistemi totalitari. La cancelliera interpretata da Kate Winslet è davvero inquietante, e sembra una miscela di vari personaggi reali, da Putin a Margareth Tatcher a Marine Le Pen, ma io ci ho visto anche ispirazioni prese da The Handmaid's Tale, specie in quel verde dei suoi abiti che mi ha portato alla mente le mogli dei generali di Gilead. I dialoghi che le hanno affibbiato sanno essere pungenti e Winslet riesce ad interpretarne perfettamente il carattere volubile, capriccioso, eccessivo, ma al tempo stesso paurosamente freddo, distaccato e inumano, incapace di provare empatia o di vivere in maniera aderente alla realtà. Interessante i modi in cui le fanno "addolcire" quello che devono trasmettere i suoi ministri all'opinione pubblica.

Con The Regime viene spontaneo pensare alla situazione geo-politica attuale, e al ruolo dei media che, specie in contesti governativi particolari, hanno. L'impostazione è però volutamente sopra le righe, farsesca, eppure il messaggio arriva forte e chiaro. 
HBO riesce a garantire, oltre che un cast di livello, anche una messa in scena appagante e curata, ma The Regime non è perfetta secondo me perché, al contrario di The New Look che si espande e anche troppo, qui lo sguardo risulta un po' chiuso. Da un punto di vista fisico, visto che il 90% della serie è girato in spazi interni, si perde la prospettiva di ciò che accade all'esterno. Molto spesso l'unica suggestione sono suoni o magari un notiziario, ma non si vive l'atmosfera vera e propria. Inoltre sarebbe stato interessante, proprio nell'ottica in cui potrebbe non esserci una seconda stagione, conoscere come Elena sia arrivata al potere. Questa visione così stretta all'interno del palazzo del potere è una lente di ingrandimento interessante, ma può togliere spazio allo sviluppo ad alcuni dei temi che The Regime vuole toccare.
Resta comunque una delle migliori serie dell'anno? È presto per dirlo, ma ci si avvicina. 


LOL - Chi Ride è Fuori
Quarta stagione 

Vorrei spendere due parole sulla nuova stagione di LoL - Chi Ride è Fuori, distribuita da Prime Video in due parti l'1 e l'8 Aprile di quest'anno e che ovviamente presentava un nuovo cast, come ogni edizione. Già alla terza stagione si discuteva se il programma stesse ormai subendo un declino e forse viene da chiederselo anche per questi nuovi episodi, che, per quanto mi riguarda, non posso dire di aver trovato così straordinariamente divertenti.

Il compito dei creatori di LOL è di trovare ogni volta dei personaggi che sappiano innescare delle dinamiche appunto divertenti, e questa volta in parte ci sono riusciti, ma siamo ben lontani dagli esordi. Ancora una volta hanno pescato fra vecchie e nuove leve del mondo del cinema, della comicità e della stand up comedy, ma non tutti sono stati convincenti secondo me.
Penso ad esempio a Claudio Santamaria, che segue la strada che aveva aperto l'anno scorso Giovanni Caccamo, rivelandosi sicuramente meglio del suo predecessore ma non all'altezza di competere con chi ha fatto della comicità la propria carriera.

Fra i bocciati ci metto anche Loris Fabiani, che pare sia stato il vincitore di LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, in pratica il Sanremo Giovani del programma Amazon in cui trovare nuovi partecipanti al programma vero e proprio. Purtroppo non ho capito la comicità del suo Lunanzio, ma in generale l'ho trovato poco proattivo nel creare degli sketch e delle battute davvero efficaci. 
Nella sezione giusti ma non eccellenti nei fatti secondo me ci vanno Diego Abbatantuono ed Angela Finocchiaro. Il primo infatti ha quel fare indifferente che sta bene in un contesto come LOL ma che alla lunga probabilmente avrebbe offerto poco. La seconda invece ho trovato che interagisse abbastanza senza però mai aver fatto la battuta o la scena più divertente in assoluto. Lei stessa ammetterà di aver preso in prestito una gag dal LOL tedesco. 

Non mi è dispiaciuta Aurora Leone per la sua capacità di controbattere alle battute altrui, ma purtroppo non ha secondo me dei personaggi o delle capacità forti per competere con comici più rodati.

Penso ad esempio a Lucia Ocone, che col suo talento di caratterista, e portando i suoi personaggi storico come Veronika, è riuscita a dare molto a questa quarta stagione di LOL Chi Ride e Fuori, senza però essere sempre in mezzo a rompere le scatole a tutti, e sulla stessa barca ci posso mettere anche Giorgio Panariello. Una scoperta la vena comica di Maurizio Lastrico, che dopo Call My Agent sembra aver trovato il suo momento per emergere e credo che se la sia cavata, al netto del fatto che non ha portato uno sketch o un personaggio specifico, ma fosse tutto a braccio, e che anche lui non mi abbia fatto rotolare via dalla sedia per le risate.

I miei preferiti sono stati invece Rocco Tanica, che ha saputo portare il nonsense, le battute più o meno preparate unite a quelle estemporanee, e Edoardo Ferrario che non conoscevo bene, ma ha saputo davvero tenere testa anche a comici più rodati di lui e sempre in modo brillante.
Per quanto riguarda invece i presentatori resta una incognita per me perché continuino a mettere in mezzo Frank Matano e Lillo, i quali non danno nulla di davvero diverso e appunto divertente al programma. Fedez invece se la cava ancora bene, fa il suo, non strafa.

Ne esce una stagione di LOL Chi Ride e fuori secondo me non sgradevole nel suo insieme ma un po' sottotono, non in grado, anche questa volta, di portare materiale memabile o particolarmente originale, o di competere con le prime stagioni. Ancora non si sa se ci sarà una quinta stagione ma penso che se riescono a racimolare un cast convincente, non mancherà, quindi la rimandiamo.



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